lunedì 7 ottobre 2024

Ottobre



Ho fatto e visto cose bellissime ieri ma non le so raccontare, le parole mi si impallinano dentro come se m'avessero sparato. 
Allora sorseggio la mia tisana calda, osservo le dita trotterellare sui tasti sperando che generino vita da sé, senza il mio contributo mentale. Non lo fanno, ovviamente, l'attesa è vana ed il mio pensare altrettanto inconcludente.

La gola è arrossata. Di nuovo.
Dalla metà di agosto non ho trascorso un'intera settimana senza che mi facesse male almeno un giorno.
Ero una leonessa che non s'ammalava mai, da adolescente.
Ora sono una donna delicata, che deve stare attenta anche agli aliti di vento.
Io che ho il cuore indomito di chi si trascina nella tempesta per osservare il mare urlare e il cielo diventare nero pece. E allora il calore di quest'acqua che bevo lo sento bruciare l'ugola come se me la volesse estirpare.

Speravo di poter raccogliere almeno un melograno maturo, ieri.
Sporcarmi le dita con i suoi chicchi vermigli, col suo succo di rubino.
Ma c'è da aspettare, ancora. E aspetterò.
Ottobre è ancora in boccio, così bello che vorrei trattenere in mano i suoi colori per non farli sbiadire mai, per non farli ingrigire diventando, un giorno, inverno.