giovedì 24 ottobre 2024

D'Autunno



L'autunno ulula fuori da questa finestra.
Ma più che un ululato è un gemito, una richiesta d'affetto, un gesto di tenerezza, un abbraccio.
Piove incessantemente da due giorni ma lo fa senza drammi, con una cadenza ritmica e regolare, quasi dolce. 

Ho passato la vita a odiare questa stagione, a farmi male nell'attesa, a provare dolore per la sua cupezza.
E ora invece me ne innamoro a poco a poco, come si sa fare solo da adulti, in contemplazione.
Merito di queste giornate dal clima ancora mite, a volte fin troppo caldo, ma tuttavia piacevolissime. E di questi colori caldi che si insinuano giorno dopo giorno, lentamente, senza eccessi. Per poi esplodere più in là, forse tra un mese, come una bomba.

C'è una poesia di Hikmet che mi torna in mente all'improvviso, mentre scrivo. 
Fotografavo foglie accanto ai miei piedi, appena ieri. Le fotografavo sulle vie, persino in mezzo alle automobili in febbrile corsa. E vi trovavo una bellezza autentica, non effimera, non falsa. 
Vorrei starmene un giorno intero in mezzo ai boschi a studiare il foliage come fanno gli astronomi con le stelle in cielo. 

Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto, quel giorno, una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno, non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno, che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno mi sento d'accordo con gli uomini e con me stesso
veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali dei viali d'ippocastani.
(NAZIM HIKMET)

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