lunedì 14 ottobre 2024

A Fior di Pelle



Alcuni momenti sono particolarmente difficili ma aiutano a prendere consapevolezza di quanto certi rapporti ai quali sai di aver dato tutto, un tempo, siano destinati a chiudersi o a evolvere in qualche modo.
Così mutati nella forma da non poterli più ricollocare dentro le scatole originarie.  
Non pensavi che potesse esser così dura. Che la strada sulla quale ti eri sistemata a gambe incrociate, in fondo felice, si riempisse improvvisamente di rovi.
Solo che non c'è niente di improvviso, in realtà. Anche i rovi hanno un tempo di crescita e tu eri lì a guardarli avanzare, forse pensando che avrebbero arrestato da sé la propria corsa verso il tuo corpo inerme. E invece no, eccoli qui a circondarti, a strozzarti la gola, a graffiarti braccia e gambe.
E adesso ti ritrovi piena di graffi sanguinolenti, martoriata ovunque. La tua pelle fragile arrossata, vinta, dolente. Il cuore un ammasso di cellule scomposte. Il cervello un fascio di nervi estirpati. 

Ma non sei sola in questa battaglia e sai che dall'altra parte qualcun altro sta vivendo o vivrà le medesime sensazioni. Il contorcersi delle viscere. Il bisogno impellente di vomitare. L'oblio.

11 commenti:

  1. Bisogna sempre trovare la forza dentro di se, anche i momenti bui passano.

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  2. È sempre così con certi rovi. Ci crescono attorno davanti ai nostri occhi e noi non vediamo o non vogliamo vedere: "No, ma va, adesso spunterà un fiore. Ma ti pare, un cesto di spine che non mi ha mai punto non inizierà a pungermi ora".
    Ed invece...
    Le ferite rimarranno visibili per un po', poi vedrai che non ci farai più caso se non per ricordarti che va bene sia andata così. Inutile forzare certi rapporti, se sono cambiati (in peggio) o se si sono chiusi significa che era giunto il loro momento.
    Coccolati e riprenditi la tua pelle ❤️

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  3. potente la metafora dei rovi, i tanti imprevisti, le tante incomprensioni che poco alla volta invadono la strada e graffiano la pelle. ed è una magra consolazione sapere che all'altro estremo della strada c'è qualcuno nelle medesime condizioni.
    massimolegnani
    (orearovescio.wp)

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    1. Non è una consolazione, per me, in realtà.
      Non si può desiderare il dolore per qualcuno che si ama.

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  4. Per un attimo ho avuto la sensazione che questo post l'avessi scritto io. La domanda che mi pongo, essendo praticamente nella stessa situazione che descrivi nel tuo post, è cosa fare adesso. Si possono curare quei graffi sanguinolenti? Si può ovviare al contorcersi delle viscere? La sensazione di fallimento, la sensazione di aver ignorato i segnali (neanche troppo sottili) negli anni, sono tutte lì a ricordarmi di quel vuoto che c'è adesso, dell'aver speso tante energie e di veder crollare inesorabilmente quel castello di carta così pazientemente costruito nel tempo. La mia risposta "immunitaria" è di tuffarmi in esperienze per contribuire alla comunità e fare qualcosa di utile per gli altri, almeno quello mi fa sentire un po' meno inutile.

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    1. Si possono curare i graffi, certo. Si può anche tentare di mettere una pezza addosso agli strappi. La domanda non è se si può fare questo, secondo me, ma se si vuole, se si pensa che ne valga ancora la pena.

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  5. Le delusioni sono figlie di aspettative che non andrebbero mai scomodate, ma si può vivere sempre sul chi va là? Possibile che uno non possa chiudere gli occhi al sole e a quel vento di ristoro? Ci graffieremo sempre e il cuore vomiterà cellule cancerogene perché siamo fatti male, l'esperienza ci rimbalza, continueremo a donare a occhi chiusi e sorriso vero.

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    1. Qui in realtà non mi riferisco a delle delusioni per aver creduto troppo in amicizie che non si sono rivelate importanti quanto credessi.
      Parlo di qualcosa che si è logorato, che si sta logorando, e che MI sta logorando.

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  6. Ho attraversato montagna della vita che non trovano ritorno. Ho perso gli affetti piu' grandi di chi mi ha messo al mondo e mi sono trovato perso nel silenzio. Non trovo parole che sposino il sorriso dei miei ..perdonami.
    Maurizio

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