venerdì 28 giugno 2024

Di Rosso e d'Azzurro



Avevo quasi timore di uscire stamattina.
Paventavo l'umidità opprimente, il caldo afoso, la spossatezza tipica di quando il ciclo arriva e avresti solo voglia di sdraiarti al buio con gli occhi chiusi.
E invece poco dopo le 6 mi sono alzata, ho fatto colazione, fatto entrare in casa quella prima docile brezza. E appena un'ora più tardi ero in strada con le mie scarpe da ginnastica rosse, le gambe ancora troppo bianche, la musica alle orecchie.
Sono passata a trovare Alessandra che sarà assente per due settimane. Aveva gli occhi azzurri illuminati dalla prospettiva del viaggio, della fuga, del divertimento, del riposo. Sorrideva ancor più spesso del solito e abbiamo preso in giro il biondino ricordandogli continuamente che dovrà svegliarsi lui all'alba. Ne era tutt'altro che entusiasta e allora rideva molto meno di noi.
Il caffè era buono, lei ormai conosce le mie abitudini così bene da poterlo fare ad occhi chiusi. Mi sono seduta appena un attimo, poi sono ripartita.
E non c'era quel caldo opprimente che mi aspettavo, neppure la consueta tremenda umidità dell'estate. Il mare era di un azzurro incredibilmente vivo e le spiagge andavano già riempiendosi. Un venticello fresco mi accarezzava i riccioli e le spalle nude. Ho camminato a lungo, quasi non me ne rendevo conto, le gambe procedevano da sole ed io ero solo una spettatrice presente quel tanto che basta.
Al ritorno sono passata da Mario ed il figlio, ho bevuto un secondo caffè sapendo che sarebbe stato anche l'ultimo della giornata. Allora l'ho assaporato più a fondo, osservando il mare, le assi di legno bianco e azzurro, gli ombrelloni aperti e quelli chiusi, il viavai di spiaggini a tener tutto in ordine. 
E loro due, amici nuovi che mi sembra di conoscere da una vita, a prendersi cura di me come di una cosa preziosa. Com'è che non vi ho conosciuto lo scorso anno? venivo spesso qui. Ho chiesto al padre. E lui mi ha risposto che le cose, nella vita, succedono quando devono capitare. Nel momento giusto.
Mi hanno regalato una bottiglietta d'acqua fresca per il ritorno, ancora una volta non hanno voluto che la pagassi.
Quando vieni cercaci sempre, non te ne andare mai senza passare a salutarci. Mi ha detto. E lo farò, eccome se lo farò.

venerdì 21 giugno 2024

Gocce di Sabbia

 

La sveglia presto.
Il sonno che mi si impiglia agli occhi e ai capelli mentre cerco di sfuggire alle lusinghe del letto.
Una colazione consumata in silenzio, che ormai mal sopporto persino il vociare della radio.
E poi lavarsi, vestirsi il meno possibile, asciugarsi il sudore sulla fronte ancor prima di uscire di casa.
Un cielo caliginoso e basso, grigio senza nuvole, un sole nascosto dalla coltre.
Salutare le donne che incontro lungo la strada, il tempo di un sorriso, poi semplicemente correre via, sfuggire.
E poco dopo sentire la pioggia cadermi addosso e fregarmene, continuare ad andare, attendere quasi con trepidazione la prossima goccia, pur sapendo che sarà piena di sabbia rossastra.
Ho provato piacere in quei cinque minuti sotto la pioggia. Nel vedere l'asfalto annerirsi, nel sentire l'acqua scorrermi sulle braccia nude.
Ci sono momenti in cui adoro il mio corpo come un tempio, altri in cui fatico persino a toccarmi.
Ma in questi giorni in cui la mia pelle inizia a colorirsi un po', come frutta sugli alberi, vorrei solo baciarla e dirle: ti amo, sei mia. Imperfetta e bellissima come sei.

martedì 18 giugno 2024

Giugno

 


Stendevo il bucato in terrazzo, dopo un'interna giornata di cose da fare, di passi veloci, di nuovi lividi sulle gambe e sulle braccia, di gente vista, di pensieri attraversati.
Stendevo il bucato con la sola compagnia di una musica di sottofondo e quella ancora più incantevole di un tramonto rosso delle 9 di sera.
E in quel momento, con addosso tutta la stanchezza accumulata e senza neppure esser giunta alla fine della solita interminabile lista di doveri cui ottemperare, pensavo alla bellezza di giugno.
Alle giornate fresche fino a quel momento. Alle notti con la brezza in cui mi son dovuta coprire.
Alle tante ore di luce disponibili. Alle bouganvillae fiorite nei giardini delle case.
Al cielo terso e al mare calmo e silenzioso.
E allora ho pensato che giugno sia il mese più fulgido dell'estate. Che comincia ad indispettirmi solo dopo il 21, quando il giorno dopo essere arrivato ad un picco di lunghezza, inizia ad accartocciarsi su sé stesso, col tremore tipico di chi debba retrocedere e infine rintanarsi. Come l'onda che dopo aver lavato la spiaggia se ne ritorna a ridosso delle altre onde, allontanandosi nuovamente.
 
C'era una bellezza sottile in quel cielo ancora illuminato da così tanti colori.
Lieve, delicata, affascinante. 
Ed io la guardavo senza mai smettere di fare quello che stavo facendo ma con una concentrazione tale da poter rompere un bicchiere di cristallo col pensiero qualora lo avessi guardato in quello stesso modo.

giovedì 13 giugno 2024

Fluire



Avrei tanto da scrivere ma come spesso accade, più i pensieri si addensano, meno riescono a fluire fuori. Sono incatramati lì nel cervello, al massimo vanno a trovare il cuore, e anche lì non fanno che danni. Mi sento in balìa del vento e non so più dove aggrapparmi per tenermi dritta. 
Stranamente ieri mi sono sfogata con una persona con cui discuto spesso, ma che in fin dei conti mi vuole bene e allora mi ha ascoltato. Peraltro certi problemi li conosce, qualcuno lo vive in prima persona, da altri non si lascia proprio sfiorare.
E allora mi sento un po' come il meteo di oggi. A volte piove, in altri momenti esce un tiepido sole, poi le folate spazzano via ogni cosa, ed ecco di nuovo due gocce e poi ancora un po' di sole.
Vivo nel turbamento di questi sbalzi - anche ormonali, a dirla tutta - che mi fanno arrivare a sera stordita, confusa, stanca, a volte battagliera, altre sull'orlo di un pianto che tuttavia trattengo e taccio.

martedì 4 giugno 2024

Nel Blu




Ordino un caffè lungo. Pago. Mi siedo.
Il mare davanti ai miei occhi è uno specchio d'azzurro. Calmo. Meraviglioso.
Tale è la voglia di piangere e di ridere per questo miracolo che alzo la musica per sovrastare le emozioni. 
Ma quelle restano tali e quali, mi riempiono tutta.
Allora mi concentro sul caffè. Lascio che l'aroma mi arrivi alle narici e che l'amaro mi stuzzichi la lingua.
Questo momento è così perfetto che dovrebbe poter durare più a lungo di così.
Più a lungo di questi cinque dieci minuti rubati alla vita.
Quando mi rialzo osservo il bianco del nuovo stabilimento e sorrido. Mi sento già a casa ed è la prima volta che vengo qui quest'anno, hanno riaperto solo l'altro ieri. 
Mi sento a casa ovunque su questa spiaggia. Sento che è tutta mia.
Come se da una parte avessi il balcone, dall'altra la cucina, in fondo il bagno ed il letto.
Il cielo è il tetto che ho scelto, gli aerei e le nuvole sono i quadri che ho appeso. 
Saluto e me ne vado. 
La pace è già finita ma l'ho accarezzata tutta. 

domenica 2 giugno 2024

La Rosetta



"Vieni, ti voglio dare una rosetta."
La chiama proprio così, rosetta. 
E prima ancora che io risponda Giovanni ha già aperto il cancello per farmi entrare. Tento di dirgli che sono in ritardo e non posso fermarmi ma lui non mi ascolta e pochi secondi dopo ha già le cesoie in mano. 
Sul volto gli vibra un sorriso potente che non lo lascia mai fintanto che sono lì.
La moglie mi raggiunge, mi bacia le guance chiamandomi bella bambina. 
Sento l'amore in questo giardino. Tra di loro, in mezzo alle foglie, addosso alle tartarughe, sul cane che si è abituato alla mia presenza e ha smesso da tempo di abbaiarmi contro. E nelle rose che mi mettono in mano. 
Insieme gli tolgono le spine rischiando di pungersi affinché non capiti a me. 

Quando torno in strada, con le mie rose scarlatte tra le dita, sorrido. 
Ne accarezzo i petali vellutati, ne aspiro il profumo. E la prima cosa che faccio, una volta arrivata a lavoro, é metterle in acqua. 
E sorridere. Sorridere pienamente per queste due persone meravigliose che sono ormai i miei nonni adottivi.

Proprio quando non ci speravo più.