martedì 15 ottobre 2024

In Guerra



Ascolto le notizie provenire dalle zone di guerra con un misto di incredulità e di dolore. In certi momenti vorrei poterle cancellare, strappare, gettare sulla cima di un vulcano. Vorrei che non esistessero, che facessero parte di un film di fantasia o di un libro truculento. 
Ma è tutto dannatamente vero: esseri umani stanno commettendo azioni ignobili. Persone che uccidono deliberatamente altra gente come loro. Due braccia, due mani, due gambe. Però li ammazzano, non ci pensano due volte. L'orrore sta prendendo forme sempre più consistenti e non c'è nessuno che li fermi. Nessuno che metta fine a questa devastazione senza scusanti.

Forse ciascuno di noi vorrebbe poter pensare alla morte, alla violenza e alla crudeltà come qualcosa di lontano, di irraggiungibile.
Eppure ben due volte in pochi giorni ho assistito a scene in cui perfetti sconosciuti hanno visto montar dentro un'ostilità reciproca sfociata da una parte in una rissa, dall'altra in una discussione in toni accesi. In quei momenti ho compreso quanta frustrazione sotterranea contengano i corpi delle persone. Quanta rabbia, quanta amarezza, quanta voglia di avventarsi su di un nemico qualunque. Vittime del sistema, di un mondo del lavoro costituito su regole oscene, di una vita di orari, di scadenze, di sveglie, di spese, di regole, di tristezze che non si raccontano. 
E allora basta anche solo una minuscola scintilla a far scoppiare la bomba.
Persone che sembravano tranquille diventano improvvisamente violente, crudeli, irascibili, rabbiose.

Davvero ci stupiamo che ci siano guerre in cui gli esseri umani sembrano perdere la loro identità?
Eppure è così facile odiarsi, anche in piccolo. Così facile prendersela l'un con l'altro per sfogare rabbie eternamente represse. Basta guardarsi intorno. Affacciarsi dal balcone o percorrere una strada a piedi o entrare nel posto di lavoro. Nulla di questo è abbastanza lontano.

6 commenti:

  1. Stavo scrivendo un commento ma, all'improvviso, è sparito.
    Dicevo, cmq, che hai ragione al cento per cento.
    Ogni giorno si scatenano guerre sotto ai nostri occhi.
    In famiglia, al lavoro, per strada. Ed è sicuramente colpa della frustrazione repressa che tutti abbiamo dentro.
    Per via di un sistema sbagliato, di una vita che non fa più sconti a nessuno.
    Una soluzione esiste? Temo di no. ☹️

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    1. Mi dispiace per l'altro commento, qualche volta capita anche a me.

      Comunque si, non ci sono davvero sconti. Ma la soluzione speriamo di trovarla.

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  2. Hai perfettamente ragione. Ho toccato con mano come la perfidia e la cattiveria possano sorgere improvvise dove pensavi albergassero solo sensibilità e sorriso. In scala ben peggiore accade in un mondo terribile dove da sempre, purtroppo, vige una sorta di follia diffusa, e nulla del dolore e del disagio che il mondo ha attraversato sembra essere di minimo insegnamento o anche di vago monito. A volte sembra di essere alieni noi, in mezzo a questi che si dicono esseri umani e di cui non potremmo condividere la minima pulsione.

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    1. Però in questo discorso te ne tieni fuori, come se in fondo una cattiva gestione della rabbia non ti toccasse proprio, se non come vittima di altri. Io penso invece che quel malessere sia davvero nella vita di tutti e che ciascuno possa fare da carnefice, anche solo una volta o due.

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  3. Sono d'accordo, oggi si scatenano guerre tutti i giorni, a ogni ora, in ogni parte nonsolo del mondo, ma anche nei posti che abitualmente frequentiamo... la rabbia, la cattiveria, la violenza verbale e non solo, l'egoismo, l'indifferenza, ecc... sono nella mente di moltissime persone e con comportamenti sempre più meschini, odiosi e tremendi uccidono persone fisicamente e verbalmente... ormai il termine guerra può essere usato tutti i giorni, dinanzi a molti comportamenti... un abbraccio da qua a te :)

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    1. E' una continua guerra e ognuno di noi è già stato più volte in battaglia...
      Solo che lì si muore anche ed in un modo davvero atroce.

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