mercoledì 9 ottobre 2024

Altrove



Sorseggio il mio caffè in piedi, in terrazzo, camminando lentamente lungo tutto il suo perimetro.
Osservo la vita nelle case, gli uccelli che si librano in volo, la quantità di verde presente in questa piccola via sempre piuttosto silenziosa, se non fosse per l'abbondanza di cani e il pianto ricorrente dei bambini. 
E' amaro questo caffè. Lo è sempre. Non ho mai assaggiato un caffè contenente zucchero o dolcificante.
Mi piace questo suo fondo intenso, che mi lascia dimenticare per qualche istante qualunque cosa mi voglia attraversare la mente.

Ho poca voglia di parlare, di interagire con le persone.
Ma tra poco sarò a lavoro, indosserò il mio miglior sorriso e dedicherò un po' di tempo a chiunque mi sarà di fronte, con la stessa voglia di sempre, anche se al momento sembra non esserci.
Credo che professionalità voglia dire anche questo: saper fare quello che si è chiamati a fare anche quando si vorrebbe essere altrove.
E dove vorrei essere, io?
Dove?
Forse semplicemente altrove.
Concedermi una giornata lontana, irreperibile, senza dover rendere conto dell'orario, del luogo, di quando e se tornerò. Poter passeggiare in montagna o stare ai piedi di un ruscello o comprare cose stupide o sedermi in una caffetteria con un libro in mano o mangiare un dolce in una via affollata o andare a nascondermi in una zona priva di umanità.
Semplicemente essere via.
E poi tornare dopo la decompressione senza doverlo obbligatoriamente raccontare a qualcuno. 

2 commenti:

  1. l'altrove è il luogo mitico oltre il confine degli obblighi e della morale dove tutto è possibile, almeno nella mente.
    hai scritto un pezzo bellissimo, preciso nella forma che dai all'altrove, struggente nel contenuto dolcemente disperato.
    grazie.
    massimolegnani

    RispondiElimina