Le tortore mi affascinano.
Quel loro starsene sempre in due, fianco a fianco, giorno dopo giorno.
Volando sempre a portata d'occhio dall'altra, quasi che un filo le unisse e le tenesse sempre legate.
E non è l'amore, sapete. Noi umani lo definiremmo così, sbagliando.
E' una questione di mutuo soccorso, un saper vivere solo facendo coppia fissa.
La femmina sceglie il maschio migliore, quello che l'aiuterà a fecondare le sue uova e poi a farle dischiudere. E una volta scelto se lo tiene per tutta la vita.
Il maschio migliore, capite? non quello con cui ha fatto conversazione o l'amore, innamorandosi.
Quello più prestante, quello più indicato ad un ottimo proseguimento della specie.
Ma quali che siano poi questi criteri di selezione, ci crede fino in fondo. Fino alla fine dei suoi giorni. E lui con lei. Non provano a sostituirsi, a guardare oltre per vedere se ci sia una tortora più aggraziata, più giovane, più bella. Colui o colei che hanno a fianco è già il massimo, per loro.
E ogni volta che le vedo volare sui pali della luce, o brucare sull'asfalto come mammiferi, mi sorprendo a chiedermi come dev'essere vivere così. In una comunione così intima e totalizzante da annullare i due individui fino a trasformarli in un'unica entità.
Allora, anche se ogni tanto penso che mi piacerebbe vivere come una tortora, come la metà di una mela perfetta, poi rinsavisco e mi rendo conto che non fa per me.
Che io sono già un essere intero e perfetto a prescindere da chi scelgo di avere affianco.
Che non è per bisogno che vivo con qualcuno, ma perché la vita di coppia è una dimensione nella quale mi so ritrovare. Pur amando le mie vie di fuga, i miei spazi liberi, il mio camminare nel mondo senza sempre dovermi attendere lo sguardo vigile di qualcun altro addosso.
E' dunque la fascinazione del diverso, la stima per un modo di vivere che non m'appartiene ma che rispetto nel profondo e che ritengo, in un certo qual senso, persino commovente.
Se il mondo fosse fatto di tortore non ci sarebbero avvocati divorzisti.
Ma forse non ci sarebbe neanche l'amore, perché farebbe parte di un sistema emozionale che non appartiene a quello rigido e utilitaristico di questi graziosi uccelli. Non si proverebbero il gusto e la gioia d'infatuarsi pian piano, scoprendo un essere umano affine. Privi di schemi, di raziocinio, in balia di emozioni e sensazioni viscerali che non sappiamo spiegarci. C'è tutto un mondo, dietro l'amore, che le tortore si perdono, che non immaginano neppure, ed è forse questa la ragione primaria per cui restano insieme. Non esiste qualcosa che le faccia vacillare, qualcosa che possa andare perduto nel tempo, che possa incrinarsi o morire. È come sposarsi per interesse e poi tenersi reciprocamente la mano solo per preservarlo.