martedì 30 gennaio 2024

Stanze Vuote




Ci sono stanze vuote che in realtà sono affollatissime.
Contenevano persone che ora non ci sono più.
Se ne sono andate via (quasi) tutte, una dietro l'altra.
E adesso al posto di quelle voci e delle risa s'ode un'eco raggelante.
Oggi c'è il sole ma sul mio corpo il ghiaccio non si scioglie, mi congela l'anima. 
La terra che mi è franata sotto i piedi ha creato una catasta sassosa sulla quale avrei paura di cadere.

Sabato ero bella al tuo funerale. Più che bella, in realtà.
Perché mentre dentro tutto tremava, si lacerava, si atrofizzava... volevo avere l'illusione di poter mantenere il controllo almeno sul fuori.
Come se una bella faccia ed un corpo ben vestito potessero tenermi al sicuro dal nero che sentivo espandersi nel cuore, tra le ossa, in ogni stilla di sangue.
Ma la tua assenza mi cala addosso come una scure, non mi fa respirare. 
E aggiunge macerie a quelle che erano già lì, si prendono a braccetto e insieme ballano una danza che mi trascina in fondo, anche quando faccio di tutto per risalire. 
Sono giorni duri, sai? Cerco di fare del mio meglio per non pensare di aver perduto ciascuno di quei quattro pilastri con i quali sono cresciuta e che m'hanno insegnato ad essere esattamente ciò che sono. 
I ricordi sono gatti inferociti che mi balzano addosso e con le loro unghie aguzze mi penetrano nella carne. Non c'è riparo per la mia pelle fragile, ho graffi ovunque e lividi nel petto. 

venerdì 26 gennaio 2024

L'Animale

 


C'è qualcosa rinchiuso dentro di me che oggi preme per scappare.
E' un animale tenuto dentro una gabbia troppo stretta che oggi soffre le sue sbarre. Trema, arranca, soprattutto spinge e si dimena. Lo sento sbattere addosso alle pareti, ruggire, braccato, inconsolabile.
Il cielo è grigio, le nuvole sopra la mia testa mi aggrovigliano i capelli.
Le sento inumidirmi le tempie, raggelarle. 
E lui lì dentro, serrato, che mi sbatte addosso le costole, forse tenta di romperne qualcuna con la speranza di passare da lì.
Mi chiedo se le persone qui intorno lo sentano ringhiare. Se si accorgano della sua lotta, della violenza con cui mi sta lacerando i tessuti. 
Non sanguino ancora, non apparentemente.
Si può guardare qualcuno soffrire - o morire - senza accorgersene neppure.
I sogni di questa mattina parlavano di lui, di questo essere un po' splendente e un po' demoniaco che mi porto dentro.
Non volevo alzarmi dal letto, non è stato il mio solito risveglio attivo, di chi appoggia i piedi a terra ed è già con le ali distese. Stavolta se ne stavano dimesse, spettinate, qualche piuma era caduta sul letto e non ho fatto neanche la fatica di raccoglierla.
L'ho vista spegnersi senza piangere per lei.
Ancora un tonfo. Un altro. Oggi sarà dura arrivare a sera.

sabato 20 gennaio 2024

Quadri Storti



Giornate piene ma anche un po' storte, tipo quei quadri che sulla parete pendono sempre da una parte.
E in queste storture organizzi la vita, col solito vorticare che ti contraddistingue, gli occhi vivi che fluttuano da una parte all'altra di qualunque stanza in cui ti capiti di entrare.
Sei distesa sul lettino del dentista, ascolti il trapano lavorarti in bocca e pensi che non ti dispiacerebbe essere altrove, purché non lì. Però ci resti, stoicamente accetti e aspetti che finisca. Apri e chiudi i denti a comando, osservi il bianco e l'azzurro che si alternano ad un ritmo armonioso, speri che tutto finisca il prima possibile e in fondo ti stupisci di quanto possa essere granitico un autocontrollo.
Poi esci, torni a respirare, le mani che finalmente smettono di tremare, il cuore che riprende il suo ritmo consueto.
Fa fresco ma c'è il sole, è un inverno che in realtà sembra solo un autunno tardivo, e non te ne dispiaci, al di là di tutte quelle conseguenze climatiche alle quali preferisci non pensare. Sei serena, la mela adesso la mangi cotta a pezzi piccoli per non infastidire la bocca. Il sapore della cannella ti abbraccia i sensi ed è così confortante da strapparti un sorriso. Sei cresciuta negli ultimi giorni, tu sola sai quanto.
Al di là di certe inevitabili difficoltà, te ne compiaci.
A volte bisogna provare l'ebbrezza di sentirsi fieri di sé stessi.

domenica 14 gennaio 2024

Cose Semplicissime

 


Ho osservato la temperatura scendere di otto gradi nel viaggio da casa mia a quella della mia famiglia.
Ho visto il cielo scuro rischiararsi fino a far uscire un sole tutt'altro che tiepido.
Ho guardato gli occhi di mia madre e di mio padre gioire.
Ho assaporato i biscotti fatti in casa provando una gioia sublime e semplicissima.
Ho calpestato le foglie rosse ascoltandole scricchiolare.
Ho permesso ad un cane sconosciuto di annusarmi festoso e saltarmi addosso.
Ho ascoltato mio fratello pronunciare una frase che mi ha scaldato il cuore.
Ho bevuto un buon caffè con i miei genitori.
Ho riempito gli occhi di colori e di natura fino a farli straripare.
Ho camminato per chilometri senza sentire la fatica. 
Ho provato felicità. Tanta, piena, ricca, bellissima.

mercoledì 3 gennaio 2024

Franco Arminio

 

Elenco delle cose sensuali:
la tua bocca
la prima neve
le giornate di maggio
le sere di giugno
le grandi poesie
la tua voce
i dolori che finiscono
le vigilie
il grano al vento
l'odore della tua pelle
il cielo dell'alba.
(Franco Arminio).


Da anni non riesco a leggere un romanzo, un saggio, un libro intero.
Io che ne leggevo cinquanta in dodici mesi già in età adolescenziale.
Da anni non guardo un film in una sola seduta.
Ma le poesie sono un'altra cosa. Ne ho sempre due o tre libri sul comodino. E poi a lavoro, negli armadi, sulle mensole sotto televisori che tengo spenti.
Sono lì che mi chiamano, che si fanno accarezzare. Lì che non mi forzano, non mi chiedono un livello di concentrazione che non sono più in grado di prestare. Mi arrivano subito, come un treno che mi si schianti addosso. Sono immediate.
In questi giorni di ferie a farmi compagnia ho portato Franco Arminio. E ogni volta che mi distaccavo dalle sue pagine sentivo nuovamente la voglia di rientrarci.
Come se dentro quei fogli bianchi ci fosse un mondo che capivo, che un po' m'apparteneva.
Non è vero che la poesia è desueta, antica, vecchia. La poesia è una forma di comunicazione che non muore mai, che attraversa i secoli con la freschezza di un sorso d'acqua.