Era notte fonda ma ero sveglia.
Con gli occhi serrati pensavo a tante cose senza riuscire a metterne in ordine alcuna.
Ero un filo di perle che si spezza all'improvviso. Le vidi schizzare ovunque senza un ordine logico ed ebbi la certezza che non sarei più riuscita a rinfilare la collana così come era originariamente.
E all'improvviso, in mezzo a quell'intreccio di pensieri molesti, tornò quello di Cri. La sua malattia, la morte prematura poco dopo aver compiuto 19 anni. Le nostre facce prostrate, i volti scavati, le lacrime atrofizzate da qualche parte dentro gli occhi.
Ad agosto, all'interno di un piccolo forno in cui l'odore del pane permeava ogni scaffale, parlai con una donna che conosce sua madre.
Mi ha confermato quello che ho sempre immaginato in questi anni, tutte le volte in cui ho pensato a lui.
Non vive più, è morta dentro, pesa 40 chili, si lascia sfinire su una poltrona affacciata sulla camera scura dove lui dormiva.
Me la ricordo quella casa. Cri era già malato quando andammo a trovarlo.
Aveva un pastore tedesco che lo seguiva ovunque. Passammo un pomeriggio spensierato, nonostante tutto.
Sua madre era una bellissima donna all'epoca. Longilinea, alta, riccioluta, coi capelli color rame.
Nella notte il pensiero delle lacrime sgorgate fuori dopo il colloquio al panificio me ne ha portate altre.
Copiose, silenziose, durissime e salate.
Poi i brividi hanno ricoperto la mia pelle per intero. Per potermi riaddormentare ho dovuto ritornare con la mente a quel sogno in cui lui sorrideva, felice, in giardino, con la sua felpa preferita addosso. E mi diceva: tranquilla, io adesso sto bene. Lo vedi? io sto bene. Sono felice.
A volte ci si deve convincere di qualcosa di significativo per andare avanti. Avrei tanto voluto per quella madre un destino meno avverso.
Ci si deve convincere mentre si attendono analisi e referti; sorridere, fare programmi, prenotare concerti e viaggi e plasmarlo quel futuro, per non tenerlo e scambiarci due chiacchiere.. 🍀
RispondiEliminaVoi fate benissimo così.
EliminaE un grande in bocca al lupo, sempre.
Non posso immaginare il dolore di quella madre...
RispondiEliminaUn abbraccio, N.
Sono momenti non semplici.
RispondiElimina