Ho camminato a lungo, da sola.
Non ho ricordi nitidi del percorso intrapreso.
Ricordo il mare, le nuvole, la spiaggia deserta, il caldo addosso, la voce di mia madre al telefono.
Ha parlato molto, faticavo a starle dietro.
Volevo scappare. 
Dalle sue parole, dal telefono che dovevo tenere in mano, dai pensieri che s'agitavano dentro e non mi lasciavano respirare.
Più volte l'ho salutata e l'ho sentita riprendere il discorso per trattenermi.
E più dovevo fingere di voler parlare, più la gola mi si strozzava e il respiro si faceva pesante.
Mi sentivo intrappolata in una telefonata che non finiva mai, quando l'unico desiderio di quell'istante era una solitudine piena fatta di silenzio, di lacrime che potessero scendere liberamente.
Ha accettato già da alcuni giorni il fatto che non abbia voglia di raccontare i miei problemi.
Sa che ci sono, non me ne chiede più i particolari.
Attraverso lo schermo avverto la sua preoccupazione ma non la so lenire, così come non so calmare la mia.
Arranco, procedo, vado avanti, a volte inciampo da qualche parte.
Faccio tutto quello che devo fare, poi alla sera la stanchezza e qualche pastiglia provano a gettarmi dentro il buco nero del sonno, l'unico posto sicuro in cui sostare.  
Ieri pomeriggio il piccolo Edoardo si è fatto prendere in braccio, finalmente.
Da me si sente attratto ma poi spaventato da chissà cosa si rifugia sempre tra le gambe del giovane nonno.
In queste settimane ho cercato, pian piano, di guadagnare la sua fiducia. Mi sorride, mi manda teneri baci con la mano. Poi intimidito si volta e poco dopo i suoi occhioni tornano a guardarmi.
Il suo corpicino caldo contro il mio mi ha rimesso in sesto il cuore, almeno un po'. 

 
Non è facile guadagnare la fiducia di un bambino ed è gratificante quando accade, soprattutto se la si è conquistata non con l’inganno (le baggianate che raccontiamo per essere simpatici) ma con un contatto sincero, quasi muto.
RispondiEliminamassimolegnani
Lui non si fida neanche della zia, mi è stato detto.
EliminaGiusto che abbia i suoi tempi, io li rispetto.
Un post di fughe, dai discorsi degli altri, dai propri, e fuga di un bimbo che non sa ancora se fidarsi. Fughe diverse ma simili, comuni. Difficile sorridere a chi vorrebbe solo vederci felici, difficile trovarla da noi, quella felicità, complicato comunicarla ad un bimbo e ai suoi occhioni. Ma si può tutto, e far si che quel tutto ci rimetta in sesto, e trasmetta nuovo entusiasmo.
RispondiEliminaLa fuga a volte è strettamente necessaria.
EliminaIl potere dei bambini è immenso.
RispondiEliminaSin da piccolissimi, loro sanno esattamente di cos'ha bisogno chi gli è di fronte, a prescindere che sia un amico, un genitore, la maestra.
Per il resto, ti abbraccio forte.
Grazie mille, me lo prendo volentieri.
EliminaIl desiderio di fuga è messo in atto dal bambino; generalmente i bambini sono spontanei nelle loro azioni , non stanno a preoccuparsi delle conseguenze del loro agire , tipico degli adulti , che nonostante tutto (ma non tutti) restano ad ascoltare una telefonata interminabile per non ferire
RispondiEliminabaci
eos
Mia mamma è lontana, mi sente stare male, mi sente bloccata nel parlare... anche sbatterle il telefono in faccia no, non lo merita. Ascolto, dico quel che posso dire, consapevole che anche una telefonata che sembra infinita, comunque finisce. Baci.
EliminaUn post intriso di intensa ed evidente sofferenza, che a mio parere andrebbe "discussa" da mani esperte affinché possa guarire. Un abbraccio.
RispondiEliminasinforosa
Ti ringrazio per il parere ma temo tu abbia confuso una depressione con un problema che mi sta affliggendo a livello lavorativo e personale.
EliminaNon è un problema di salute mentale, questo, né un problema di salute fisica grazie al cielo. E' un problema di altro genere che per ovvie ragioni non menziono.
Buona giornata.
I bambini hanno i loro tempi, vedrai che si fiderà.
RispondiEliminaNon ho dubbi su questo. Attenderò ;)
EliminaLeggendo questo tuo post mi trovo a riflettere su che bel dono sia la scrittura ,quella capacità di esporre anche emozioni e stati d'animo,di saperli descrivere e soprattutto riconoscere per poi condividerli fin dove la delicatezza lo concede.Quante volte proviamo sentimenti contrastanti e precipitiamo in buchi neri ,dando l'apparente immagine che tutto vada bene,chiudendoci in noi senza voler analizzare ,capire ,quasi a fuggire da certe problematiche che vuoi o non vuoi ci accomunano davvero tutti , perché la fragilità non è assolutamente un qualcosa di cui vergognarsi ,anzi ,magari la esponessimo un po tutti come tu sei capace ,nel mentre cammini esternamente ed internamente.
RispondiEliminaQuesta la prima parte che mi ha colpito ,la seconda è il saper voltare pagina e il pazientare l'arrivo di un bambino che ti sorride e si fa prendere in braccio.
Non capirò mai il perché debbano essere discusse da "mani esperte" la normalità delle nostre vite.Non dovevo lo so ,ma ho potuto e chiedo scusa a sinforosa.
Un abbraccio a te:)
Sono L.
EliminaCiao L, ti ringrazio per esserti firmata ma anche per la delicatezza del tuo commento.
EliminaCome te penso che la vulnerabilità non debba necessariamente essere nascosta, come se fosse una colpa o un lato negativo. Ci sono momenti no, ne abbiamo tutti. E in quei momenti abitano in noi pensieri e comportamenti che nella normalità di una vita più serena non esistono. Credimi, io non me ne vergogno e ti ringrazio per averlo compreso.
Un abbraccio.
Sai ultimamente i tuoi post sono sotto l'etichetta: famiglia, tristezza... e questo mi fa pensare a come ti senti in questo periodo... le tue parole partono spesso da quelli che sono momenti che riesci a ritagliarti per rimanere sola con i tuoi pensieri ma spesso qualcosa interrompe quel momento che cerchi per te stessa... Mi spiace perchè forse non so commentare con le giuste parole quello che percepisco dai tuoi racconti, quello che forse unisce due donne lontane come me e te ma che in fondo hanno qualcosa che le unisce nei pensieri, nel modo di vivere, nel cercare momenti di pace e rifugio per noi stesse. Un abbraccio da quassù a te, i tuoi scritti possono aiutare anche a distanza, una donna come me che vede sfumature di vita in comune a chi come te le sa esprimere con le parole, ma forse a me traspare quei piccoli raggi che non sono nel testo.
RispondiEliminaNon è da tutti notare anche le etichette ma non mi sorprende che lo abbia fatto proprio tu perché sei una persona che i dettagli li nota e hai una sensibilità rara.
EliminaGrazie davvero. Un forte abbraccio.
Questo post mi ha disarmato perché si sente tutta la tua sofferenza e allo stesso tempo la tua voglia di superarla per andare avanti. Lo hai diviso in due parti che esplicitano senza alcun dubbio quanto sei affaticata e quanto, allo stesso tempo, avresti voglia di superare per poi stare bene. E lo stare bene è rappresentato da quel bimbo che ti sta toccando il cuore. Tua mamma è lì, pronta ad accoglierti quando tu lo vorrai, penso che le sue telefonate vogliano dire soprattutto questo. Io invece ti abbraccio e ti auguro di continuare a fare le tue passeggiate solitarie verso il mare, che ti calmano e ti ritemprano. Buon sabato cara❤️
RispondiEliminaChe dolce che sei stata Mariella.
EliminaTi ringrazio di cuore, sul serio. Buon sabato anche a te.
Difficile spiegare come a volte le parole stordiscono invece che aiutare, difficile spiegarlo anche a una madre che nulla, se non il silenzio, ci può aiutare.
RispondiEliminaMa un passo alla volta, rientrando nella quotidianità, possiamo ritornare ad avere fiducia nella vita.
Mai persa la fiducia nella vita, fortunatamente.
EliminaPosso perdere la bussola, la pazienza, la voglia di fare, il gusto di parlare, questo si. Ma speranza, fiducia e ottimismo permangono.
A volte basta quell’istante di fiducia e calore per restituirci un po’ di respiro.
RispondiEliminaConcordo.
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