martedì 9 settembre 2025

Amache Bianche



Giù di corda, pensieri che si accavallano fino a strozzarmi.
Ho il mare, certo. E lì mi rifugio spesso, ogni volta che posso.
Mi confondo coi gabbiani, le nuvole basse, i legnetti sulla sabbia, lo sporco che gli incivili lasciano in giro. Mi sento parte del tutto, a volte parte di niente. 
Settembre è un bel mese per scomparire, mimetizzarsi con l'assenza di gente sul bagnasciuga.
Se ne sono andati tutti, la pace ora è assoluta.
Mi sono fermata a bere un sorso d'acqua in uno dei chioschi ancora aperti. Amache bianche, soffitti di paglia, lanterne appese, tendaggi di lino. E nessuno intorno. Nessuno.
Solo un vecchio pescatore venti metri più giù.
Fra una settimana questo stesso chiosco sarà chiuso e non ci saranno appigli. Sarò sola davvero.

Sono arrabbiata con mio cognato e con quelle dannate responsabilità che non si prende.
Che lascia costantemente sulle spalle del fratello, incurante di quanto graverebbero meno se potessero essere un po' meglio distribuite.
Sono arrabbiata anche con me stessa che forse avrei potuto fare di più o farlo meglio.

Le nuvole scendono ancora. La brezza che stamattina non c'era adesso s'alza appena appena.
C'è una cappa umida sopra le nostre teste, un'afa che mozza il respiro.

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