Giornata storta, di quelle in cui non basta il sole a farmi sentire bene.
Eppure c'era il mare, c'era il silenzio, c'erano i gabbiani che volavano bassi.
Ci son state le chiacchiere al bar, un buon caffè, qualche sorriso amichevole.
Ma ora inizio il turno schiacciata da un'oppressione che mi porta a terra, feroce e inferocita, di quelle con la bile in bocca.
Da un paio d'anni a questa parte risento molto degli sbalzi ormonali, li subisco come quando si sale su una giostra altissima che poi, improvvisamente, cade giù in picchiata a tutta velocità.
Sai che la giostra risalirà ma intanto devi stare in quel limbo di terrore e spavento che ti porta rovinosamente a terra.
Non è ansia, non è uno stato mentale confuso.
E' umore nero, schiacciato al suolo insieme ai livelli di estrogeno.
Mentre scrivo se ne va anche il sole, mi lascia nel grigio di sensazioni che detesto.
Comunque io ci provo ad andar contro alla natura.
Non mi piace starmene al buio e persino chiudere gli occhi.
Voglio la luce, il cuore contento, il vento tra i capelli, la libertà che mi accarezza il viso.
E allora respiro, chiudo gli occhi, penso che queste fluttuazioni sono del tutto normali e che tornerà il sereno, fuori e dentro di me.