Dove eravamo rimasti?
Le luci, le musiche natalizie in filodiffusione lungo le vie del borgo, il week end in Umbria, il tempo passato con i miei cari, mio papà che è sempre più svanito ed impegnativo da seguire.
E dunque il ritorno a casa, un matrimonio intimo ma assolutamente meraviglioso al quale non volevo andare ma che invece poi mi è piaciuto tanto. Le persone, gli abbracci, gli sposi, una nonna tenerissima, foto a non finire, una location da osservare meravigliati ad ogni angolo.
E poi il ritorno a lavoro, una lite appena appena sventata con un'impicciona di prima categoria che voleva sparlare proprio di suddetti sposini e che ho bloccato subito perché il pettegolezzo non lo sopporto mai, mi dà sui nervi come poco altro nella vita.
Ora son qui che ho appeso una befana sulla porta, si chiama Teresa. L'acquistai due o tre anni fa a Frascati e non intendo separarmene più. Ho già messo via qualche altro addobbo natalizio, il resto sparirà domani.
Lo faccio con un po' di malinconia e se penso alle luminarie che si spegneranno già martedì mi assale una tristezza da bambina che descrivo a fatica.
Avevo bisogno di magia stavolta e il Natale me ne ha regalata a piene mani.
Avevo bisogno di sognare, di mettere da parte la razionalità, i pensieri spiacevoli, l'ansia al centro del petto. E ora che tutto torna al suo posto un po' temo l'impatto con la vita vera, quella senza luci intorno, senza stelle sul soffitto, senza alberi colorati in ogni stanza.
Ho paura di sentirmi un po' più sola ed è assurdo considerando che questi sono solo oggetti, in fondo. Tazzine dorate, folletti sulla scala, babbi in rosso di ogni dimensione.
Ciononostante, la routine solitamente mi piace.
Quelle corse affannose ed affannate, le persone con cui parlo ogni giorno, il mare, il mercato, le buste della spesa, le colazioni in silenzio, le candele accese, il sole che entra prepotente in cucina, i clienti e i fornitori. Perfino il tempo condiviso con mio cognato.
E poi sono sbocciati dei fiori coloratissimi in terrazzo. Mi sembra di buon auspicio iniziare l'anno fiorendo.
Tante tue parole creano sobbalzi emotivi, ad ogni attenta narrazione, stavolta però un sussulto l'ha offerto una in particolare: routine. Forse perché la vorrei compagna quest'anno che viene, anche di analisi, terapie e referti, docilmente alternate a vita serena, la routine della normalità, tra sorrisi, racconti e fiori in terrazzo.
RispondiEliminaE' quello che auguro a voi due.
EliminaUna routine di salute. I vostri viaggi, i vostri film sul divano, le vostre passeggiate, il vostro tempo sereno. Finalmente riappropriarvene.
Non bisogna mai perdere la speranza, nelle piccole cose si nascondono grandi felicità.
RispondiEliminaMai persa finora, ci mancherebbe.
EliminaIo della mia vita non mi posso davvero lamentare.
Magari ho un mondo interiore particolare, ma di sicuro ho una vita che mi piace e questo è tanto.
Non la sentivo quest'aria natalizia, quando ti scrissi qualche settimana fa ti dissi del alberello fatto, delle 6 statuine di nonna ma, quel albero ha illuminato solo una sera la stanza poi l'ho tolto. Ho conservato solo una pallina dove ho scritto 1° Natale V & M. Mi dava fastidio nella mente, tristezza e così l'ho riposto già il 1 gennaio nello scatolone. Arriverà il momento che ci goderemo la magia di quel albero, la magia di un Natale con dei pacchetti... ariiverà, forse sarò fuori di testa ma arriverà ...a Pasqua ne sono certa e li io farò il mio albero con le lucine.
RispondiEliminaCome Franco ho gli stessi pensieri, silenziosamente li condividiamo, ci facciamo forza a vicenda, abbiamo le stesse speranze per questo nuovo anno...
Due vite lontane, ma così vicine in quello che il destino da un anno ci ha messi alla prova... il suo sostegno, il mio sostegno... proseguiamo fino a quando il destino ce lo concede, ma questo è un regalo che scartiamo tutto l'anno e che continueremo a scartare...
Da quassù a te un bacione grande e questa volta vorrei anche abbracciarti forte... :)