C'è una frustrazione palpabile, che si sente addosso come una mano posata su una spalla o un cappotto pesante quando ancora non fa abbastanza freddo per indossarlo.
E' la sensazione di voler scrivere quando non c'è un argomento, un filo conduttore, un'idea vera.
Ce ne sono diverse e le vedo sprizzare dalla mia testa come le scintille di un fuoco artificiale. Ma sono troppo veloci, troppo belle e colorate per poterle tenere in mano, per volerle trattenere.
Allora le vedo andar via, rivestire il cielo per qualche secondo, poi scomparire con un alito di fumo.
E' venuto ottobre, ho visto settembre andar via scontento, come chi volesse rimanere ancora un po'.
Non so quanto ottobre abbia intenzione di restare, son già passati sei giorni e mi son sembrate solamente sei ore. Dove finisca la vita io proprio non lo so, più tento di acciuffarla e più mi sfugge.
Forse per questo fotografo ogni cosa che mi colpisca, tento di tenermi addosso quello che vedo, che sento, che percepisco, che mi attraversa.
Ci provo con tutta me stessa, mai sazia.
Sono in sintonia con quanto affermi all’inizio, la sensazione frustrante di non riuscire ad afferrare e tradurre su carta quelle scintille che pure ci attraversano la testa.
RispondiEliminamassimolegnani
Pure io mi chiedo dove finisca tutta la vita, che va via così in fretta. E quella sensazione della scrittura che non viene ma si vorrebbe farla... beh, per questa sto prova da alcuni giorni a scrivere obbligatoriamente qualcosa, qualsiasi, ogni mattina. Dicono che dopo una trentina di giorni si crei proprio uno sblocco creativo notevole. Vedremo vedremo anche se riesco a continuare.
RispondiEliminaCondivido le tue parole.
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