Non scrivo da oltre due settimane.
Eppure di vita ne ho attraversata, tanto da sembrarmi più di due.
Il caldo torrido qui continua a ricoprire ogni cosa, sembra di essere sempre in apnea, con i sensi spenti, atrofizzati, persi in luoghi che non si riesce a riconoscere.
Si viaggia coi fari spenti in mezzo alla foschia, a volte si incontrano altri fari lungo la strada ma non c'è sicurezza su chi sia al volante. Siamo sagome scure, fantasmi dai contorni disomogenei.
Fantasmi sono anche quelli che talvolta ci vengono a trovare.
Camminiamo tranquilli sulla nostra via ed eccoli arrivare da qualche parte, lungo il sentiero.
Sentiamo le loro voci. Guardiamo quello che un tempo abbiamo fatto insieme. Le emozioni che abbiamo condiviso. La loro pelle, il calore, quelle piccole particolarità che notavamo così bene.
Persone che non fanno più parte della nostra vita. Se ne sono andate. O ce ne siamo andati. Vivono altrove, presso altre esistenze che non ci coinvolgono.
Eppure in un certo senso sono ancora qui. Come vecchie foto in un cassetto basta un alito di vento a farle scivolare via. A riempire stanze intere. A ricoprire i pensieri, le parole, le sensazioni.
Non se ne vanno mai, in fondo.
E noi, noi ce ne siamo davvero andati dalle loro vite? O siamo ancora presenti, siamo ancora carne viva, siamo ancora risate, sofferenze, urla?
Un'emozione si può assopire, si può anche buttare via da qualche parte, come carta straccia. Ma se era autentica resiste nel tempo, ci accompagna in quei luoghi in cui non siamo stati mai. E' parte di noi, della nostra storia. La sentiamo nelle vene, scorrerci fino in fondo insieme al sangue.
Ho dei fantasmi particolarmente resistenti. Ma devo dire che spero non m'abbandonino mai.