lunedì 22 aprile 2024

Certezze Scomode



Mia madre piangeva al telefono ed io non sapevo come arrestare quel fiume di dolore e frustrazione che le usciva dagli occhi. Mentre cercavo di placarla, comprendendo quello sfogo, pensavo che mi sarebbe piaciuto un giorno fare altrettanto.
Portarla da qualche parte e raccontarle anche i miei, di crucci.
Quelli che nel tempo ho dovuto scavare più a fondo dentro di me, fin quasi a renderli invisibili.
Macerie ricoperte da un muro nuovo. Polvere sotto i tappeti.
Ho provato tenerezza, ma anche un senso di smarrimento.
In quel momento lei aveva bisogno di me ed io non c'ero. Non ci sono mai se non in quelle poche chiacchiere del mattino che lei aspetta con trepidazione.
Mi sa che non sono un granché come figlia. Ed ho fatto bene a non diventare madre, perché non sarei stata un granché neanche con un pargolo in braccio.
Esistono persone con gli occhi così rivolti verso sé stessi da non saper guardare gli altri se non in superficie. E a volte temo di essere una di quelle persone. Altre invece ne ho l'assoluta certezza.

20 commenti:

  1. Tante volte ci accompagna la sensazione di non fare abbastanza per chi ci sta vicino ma è proprio in questi momenti in cui ci interroghiamo sul nostro modo di porci verso gli altri, quando lo facciamo con spirito autocritico che possiamo scoprire d'esser sensibili più di quanto non pensiamo . Questo è il momento in cui dobbiamo gettare il cuore oltre l'ostacolo, ascoltare e provare a star più vicini a tutti coloro che hanno bisogno della nostra presenza. Non è facile, lo so, ma il ghiaccio è fatto per essere rotto. Buon pomeriggio a te.

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    1. Chiedo talmente poco a chi mi è vicino che io stessa sono portata a fare meno di quanto potrei.
      Non sempre magari, ma in molti casi si.
      Buon pomeriggio, grazie a te.

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  2. Anch’io sento che sarei un pessimo padre, ma credo sia solo paura. Nel mio caso sono un figlio unico cresciuto con mamma, viziato e che non ha voglia di sbattimenti. A vent’anni, però, quando sono stato innamorato, ero pronto al matrimonio e avevo già dato i nomi ai figli. È proprio la mancanza della persona giusta a non far credere pronti. Quando quella persona c’è ci si sente indistruttibili. Il mio parere è che chi ha imparato ad ascoltare se stesso poi sa ascoltare anche gli altri. Nel caso dei genitori è un discorso a parte, ci sono dinamiche, create da loro per lo più, che a volte ci impediscono di vederli come esseri umani qualsiasi. Anche se abbiamo amore e rispetto verso la loro figura, non per forza sono le persone con le quali riusciamo ad aprirci e loro con noi. Mi sembra che fai del tuo meglio, il mio consiglio è puntare sulle persone con le quali hai quella chimica che ti permette di aprirti e coltivare quelle relazioni.

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    1. In quelle poche righe che ho scritto mi sono esposta più di quanti avrei voluto o dovuto.
      Ma anche tu ti sei aperto con me ora e te ne ringrazio tanto.

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  3. Io come padre, a volte ho la sensazione di non fare mai abbastanza, ma è una cosa comune. Bisogna superare ogni ostacolo, a volte bastano anche quei piccoli momenti nel stare insieme.

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    1. A volte si fa quel che si può, quello di cui si è capaci in un dato momento.

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  4. Io credo sarei stato un buon padre, lo dicono anche quelli che mi vedono come ottimo zio, ben sapendo le differenze enormi.. insomma senza prova del nove inutile stilare "certezze"; credo che tutti coltiviamo e custodiamo risorse che potrebbero uscire fuori, a seconda delle circostanze, o restarsene in eterno nel buio delle intenzioni e degli eventi.
    L'essere genitore mi manca però, inutile girarci attorno. E "giocare" a fare il papà del mio papà, ora, è tutto un altro sport..

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    1. Beh si, son due cose proprio diverse.
      Però è bello che tu te ne prenda cura in modo così amorevole.

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  5. Non crocifiggerti se sei così, la sincerità verso se stessi è un valore. Poi dipende anche dagli interlocutori.

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    1. No, non mi crocifiggo, ci mancherebbe.
      Però un po' di autocritica non guasta.

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  6. Io non posso sapere se tu sai guardare le persone solo in superficie. Però a volte si può solo ascoltare e a poco serve esprimere il proprio pensiero o, passami il termine, "consolare". Mi ha colpito l'immagine dei "crucci" ricoperti con un nuovo muro e quella della polvere sotto il tappeto. Risolvere non è sempre possibile. Non è facile guardare gli altri sotto la superficie quando noi stessi abbiamo difficoltà con la nostra di profondità. Personalmente io preferisco di gran lunga chi ammette questo a chi si sente sempre in dovere di dare consigli (spesso non richiesti) agli altri.

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    1. Proprio così, tu hai davvero centrato il punto.
      Grazie di cuore, dico davvero.

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    2. Grazie a te, di saper esprimere così bene certi aspetti dell'essere umano. Sai, proprio ieri, dopo aver commentato il tuo post, ho sentito un'amica che sta passando un brutto momento, oltre al dispiacere sincero che le ho espresso ho aggiunto una piccola considerazione che non voleva essere né un commento, né tanto meno un giudizio, ma è stata travisata e mi è tornato in mente quanto sopra. Mi son detta: "me ne stavo zitta, era meglio; insomma, non è necessario riempirli i vuoti aggiungendo del superfluo (anche se non voleva esserlo) che a nulla aiuta".

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    3. Tu sicuramente hai parlato a fin di bene, senza malizia. E magari anche questa tua amica un giorno ci ripenserà e capirà il tuo vero intento.
      Ci si fraintende anche tra amici, altroché. A volte basta un niente.

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  7. Dagli scritti che ho letto di te, sono convinto che non sei assolutamente come ti descrivi, anzi guardi molto in profondità la realtà anche se talvolta amara e la navighi con certezze.
    Un caro saluto

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    1. Grazie per la fiducia Giorgio :)
      Un caro saluto anche a te.

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  8. Sei tanto come figlia,a prescindere da un legame consanguineo che non abbiamo,ma la "fratellanza" la si coglie nell'animo sensibile e tu lo sei.

    Ognuno di noi in fondo cerca di fare ciò di cui sente,a livello proprio di essenza.Siamo ciò che siamo e non possiamo dire né a priori né a posteriori come saremmo stati se fosse andata in un modo piuttosto che nell'altro,è importante credo la qualità di bene che proviamo per noi stessi e per gli altri.

    Un abbraccio.

    L.

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    1. "La qualità di bene che proviamo" è una frase che mi piace proprio tanto. Magari non sono la figlia perfetta, ma di sicuro la qualità di bene che provo per i miei genitori è autentico e granitico.
      Un abbraccio anche a te.

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  9. non sei troppo critica verso te stessa? Riconoscere un limite è sentirlo come tale è già un passo in avanti verso il superamento dell'incapacità di guardare oltre se stessi .
    ti abbraccio

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    1. Un po' di autoanalisi secondo me ci vuole.
      Osservare il proprio comportamento, anche rendersi conto di certi meccanismi erronei.
      Un abbraccio a te, grazie per la visita.

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