Quel pomeriggio mio padre ed io abbiamo bevuto un caffè insieme.
Il bar sulla piazzetta era intimo e raccolto, persino un po' buio, però mi piacque subito.
Il bar sulla piazzetta era intimo e raccolto, persino un po' buio, però mi piacque subito.
Era zeppo di posti a sedere ma rimanemmo in piedi, a ridosso del bancone, a conversare col gestore, un uomo che non avevamo mai visto e che probabilmente non rivedremo più.
Io lo bevvi lentamente, come sempre, accarezzando la tazzina con le dita, socchiudendo gli occhi per meglio assaporarne il gusto amaro e deciso. Lui invece fu fin troppo sbrigativo.
Il tempo di girarmi ed aveva già pagato. Ci tenevo a farlo io, gli ho fatto notare che non me ne aveva neanche dato il tempo. Ma lui rispose che era troppo bello offrire qualcosa a sua figlia, che non succedeva mai.
Ed è vero. Non capita mai di poter fare una cosa così semplice insieme.
Sempre distanti, sempre fisicamente lontani.
Ed era un momento terribile quello lì, di lì a poco avrebbero trasportato la salma di mio zio.
Era terribile eppure quella consumazione insieme, così breve ma così intensa, mi sembrò meravigliosa. Andammo in bagno a turno, salutammo l'uomo e quando uscimmo il grosso Mercedes arrivò. Avevamo appena fatto in tempo.
Di mio zio mi è stata consegnata una foto, solo pochi giorni fa.
Avevo forse meno di due anni, gli ero seduta in grembo, mi osservava mangiare. Sorrideva.
Mi amava già.
Ho un cliente che fisicamente gli assomiglia anche se me ne sono resa conto solo di recente. Provai per lui una simpatia istantanea, di pelle. Un suo amico che conosco da anni lo definisce, geloso che non valga lo stesso per lui, "il mio preferito". Che è un termine improprio, in fondo, ma che ben descrive quanto semplice sia, per uno spettatore esterno, accorgersi di certe simpatie.
Hanno le stesse mani grandi. La stessa attaccatura di capelli scuri. Una montatura simile di occhiali. Persino la stessa altezza, una simile andatura, quel medesimo sorriso aperto e coinvolgente.
Tonino è più giovane di mio zio, somiglia a quello che lui era qualche anno fa, forse quando ero adolescente o poco più tardi.
Non penso di dirglielo, che senso avrebbe? è meglio che pensi che mi va a genio per come si presenta, non per chi mi ricorda. A nessuno piace essere la pallida copia di qualcuno che non c'è più.