domenica 3 agosto 2025

Alberi Da Frutto



Ero sola in mezzo alla terra, come spesso mi accadeva anche da bambina.
Camminavo, osservavo le piante da frutto di mio zio.
La sua essenza mi sembrava ancora appartenere quei luoghi, in qualche modo era rimasta incastrata tra le pere bitorzolute e la moltitudine di mele ancora acerbe. Lo sentivo librarsi nell'aria come un alito, una piuma, una farfalla leggera. 
Ma al tempo stesso era la sua assenza fisica a trafiggermi, la sentivo colpirmi ovunque, la vedevo stilettare la pelle, entrare nelle ossa, macchiarsi nel sangue. Un dolore che provai ad accogliere, pur pensando di non essere andata a cercarmelo. 
Mi aveva raggiunta di soppiatto, subdolo, nascondendosi tra gli ulivi e i melograni. Era lì che mi attendeva, forse sapeva che avrei cercato riparo in quella parte del mondo dove nessuno sarebbe venuto a cercarmi.
All'improvviso un momento di pace era diventato altro. Ne osservavo i contorni offuscati, avrei voluto chiedere un abbraccio proprio a chi non poteva offrirmelo.

Intanto il cielo scuriva, diventava tempesta. Mi si lanciò addosso una nostalgia di cose ignote e di altre conosciutissime. Temevo che se avessi aperto il rubinetto degli occhi sarei venuta a piovere più del cielo. Con la stessa intensità danzante, prima con qualche sporadica goccia fredda, poi con un acquazzone violento ed inspiegabile. 
Risalii dunque verso la casa, mi feci portare via da quel vento brutale che tiranneggiava le mie spalle scoperte. 
E una volta uscita da quel pezzo di terra mi vidi tornare me stessa, con gli occhi asciutti, qualche fotografia in più, la sensazione di aver toccato qualcuno il cui corpo non esisteva più da un anno e mezzo. Una carezza leggera, come di gratitudine, di amore mai sepolto, rimastomi addosso come un tatuaggio.

10 commenti:

  1. A passeggio nella terra di tuo zio, qualsiasi memoria - che comunque non ti lascia mai - non può che dilatarsi in maniera esponenziale; ulivi e melograni piantati e curati, che ne accompagnano quotidianamente il suo riattraversare quieto, mentre ti abbraccia prorpio mentre credi non sia possibile, ma qella sensazione te la porti via invece, fragrante e presente..

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    1. In un certo senso era con me, lo sentivo distintamente.
      Purtroppo non poteva bastarmi. Ma era il massimo che entrambi potessimo fare...

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  2. Toccante questo percepire una presenza cara nella sua irreversibile assenza. E’ la magia dei luoghi condivisi, un frutteto, una barca, un sentiero, ognuno dovrebbe averne uno dove rievocare.
    massimolegnani

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    1. Per mesi ho aspettato di vedere la sua auto parcheggiata al solito posto. Succede, quando qualcuno che ha contato molto non c'è più.

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  3. nei luoghi dove la natura è più percepibile , tipo un frutteto con il vento tra le foglie, che sembra rievocare la voce della persona cara , è più facile risentirne la "presenza", soprattutto se quella presenza è sempre presente .
    molto bella !
    baci
    eos

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  4. Sono sensazioni molto belle che ci fanno sentire la presenza nei ricordi. Per anni, ho sentito nel silenzio il picchiettare sul pavimento delca bastone da passeggio di mia nonna. Lei al piano sopra il mio ufficio la usava x chiamarmi se aveva bisogno o per avvisarmi che aveva preparato la ns tisana delle 16.30. Ora lontana da quelle mura, a volte mi sembra di sentire lo stesso quel battito unito dal suo profumo che mi arriva al improvviso, e che mi rende felice di quei ricordi preziosi che x fortuna mi accompagnano ancora. Un bacio grande da quassù a te

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    1. Hai scritto un ricordo meraviglioso, che mi sembra di percepire, di sentire, proprio come lo hai raccontato.
      Un abbraccione.

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