domenica 9 marzo 2025

A Sporcar La Quiete



Mi sono chiusa in camera, agognavo il silenzio.
Le grida della tv mi toglievano il respiro, la concentrazione.
Io che non la guardo mai, che non ne sopporto il vociare, i tempi morti, le palesi ostilità, le cattive notizie, i motivetti ripetuti delle pubblicità.
E invece sento la vita degli altri attraverso le pareti. Genitori che sgridano i figli, stremati. 
Bambini capricciosi che piangono e sbattono i piedi.
Sospiro.
Mi manca già la quiete di poche ore fa. Sola in mezzo alla natura taciturna.
Ed era un tripudio di colori, uno scoppiettare di boccioli, di germogli maturi, di petali colorati.
Mi sarei sdraiata al suolo, sul prato, felice di sporcarmi d'erba verde, di schiacciare le margherite col mio corpo. Avrei osservato il cielo, immaginato animali al posto delle nuvole, accarezzato le lucertole e sonnecchiato al vento.
Mi sarei sentita parte del tutto, minuscolo insignificante essere umano, granello di una terra vastissima. 

Ho accumulato tanta bellezza oggi.
Negli occhi, nel cuore, tra i tessuti della pelle.
Eppure adesso sembra già essersi nascosta, non la percepisco più.
Mi tornano in mente le parole di quella canzone.
Ci sono stati dei momenti intensi ma li ho persi già.
Sento solo il pianto della bambina al di là della parete, una cantilena che sembra durare in eterno, che non lascia spazio ai ricordi di questa domenica gentile.
Sono già quindici minuti di pianto ininterrotto, di lamentele miste ad un sonno che evidentemente tarda ad arrivare.
Sospiro nuovamente.
Forse l'inferno è fatto di suoni stridenti, cadenzati e costanti per tutte quelle persone che possono viver felici solo nella quiete. Un contrappasso odioso e dilaniante.

1 commento:

  1. Bellissimo post,hai descritto molto bene ciò che senti.Notte da Olgica.

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