Un viaggio che doveva durare poco più di un'ora, ieri mattina ne è durato tre. Un incidente mortale qualche ora prima. Il traffico in tilt. Una strada bloccata. Alternative lente dopo tanto, troppo tempo fermi. Mi sono resa conto, in quel momento, che ci sono persone che vivono in questo clima infernale ogni santo giorno. L'autostrada, il raccordo, i veicoli lenti e quelli veloci, i semafori, l'assenza di parcheggi, la frustrazione.
E mi son detta che son persone meno felici di me, ma forse anche dannatamente più pazienti.
Io so che non riuscirei a vivere così senza perire, senza perdermi, senza fare danni, senza sentirmi male in mezzo a quel caos.
Pur essendone uscita da tempo, sono ancora quella ragazzina di campagna che ascolta il silenzio, che se lo va a cercare, che osserva le chiocciole ai bordi delle strade o i gabbiani in volo.
Non so immaginare un mondo in cui debba distaccarmi dalla semplicità dello star da sola. Non so immaginare un mondo nel quale il traffico cittadino sia comune denominatore delle mie giornate.
E così ieri sera, sotto un cielo tempestoso ma splendido, ho raggiunto un mare semideserto e vagamente inquieto. Poca gente, il rumore delle onde, le nuvole basse, il sole che andava via via a coprirsi definitivamente, la sabbia dura come piace a me.
C'erano Mario e suo figlio. Li ho raggiunti. Mario era quasi commosso di vedermi. Abbiamo parlato un pò, mi guardava con occhi infatuati. La stagione balneare è finita, si occupano del ristorante adesso, ma la loro splendida spiaggia continuano a tenerla pulitissima come se dovessero ospitare i bagnanti di lì a poco. C'è una dedizione pura e semplice in quello che fanno. Una passione autentica che trapela dai loro occhi. Gli voglio bene e li conosco solo da fine giugno. Vedo che anche loro me ne vogliono e allora che importa del tempo, dei mesi. Contano i legami, contano le emozioni.
Il traffico è veramente qualcosa di insopportabile, poi tutti di fretta, con relativi incidenti.
RispondiEliminaÈ malessere allo stato puro.
EliminaMi alzo alle 5.30 x andare al lavoro 1 ora e mezza su strada normale 50 minuti in autostrada, ma costa molto e poi la macchina si è guastata mentre facevo un sorpasso, ma è andato tutto bene e ho ringraziato il cielo, ma ora faccio la normale. Ho preso la mia decisione un anno fa, ho scelto un nuovo posto ma mantenuto il mio lavoro. Sacrifici tanti ma sono felice e quando rientro ho voglia di arrivare presto a casa. Ora sento mia questa casa e questa terra. Oggi posso dire di essere felice, innamorata e maturata un sacco dalle esperienze improvvise che ho affrontato. Tutti mi dicono che sono forte e felice, anche se i sacrifici sono tanti...ma prima o poi scriverò...c'è l'ho fatta..un bacione
RispondiEliminaEd io aspetto di leggerlo.
EliminaUn abbraccio forte.
Ciao. Io, al contrario sono molto tranquillo. L'unica cosa che mi fa andare un più di giri è quando non trovo parcheggio. Piacere di conoscerti:
RispondiEliminaTranquillo nel traffico, intendi?
EliminaSei un supereroe, allora :D
Piacere mio. Benvenuto.
Per 14 anni ho lavorato a New York, ed ho fatto il pendolare dall'interland a botte di un'ora e mezza di viaggio ad andare, ed altrettanto a tornare. Le ho provate tutte: treno, autobus, macchina, e persino il traghetto per attraversare il fiume. Sono stati anni stressanti, e non ti abitui mai agli imbecilli che causano rallentamenti, in auto come in fila per salire sul treno. Per fortuna ora lavoro da casa, e quelli sono soltanto brutti ricordi che posso dimenticare.
RispondiEliminaEcco, meno male che ora puoi evitare tutto questo.
EliminaPerò ti segnano certe situazioni stressanti, è inevitabile.
Non sopporto il traffico neanche io.. immancabile lo scooter per il lavoro e anche dopo il pensionamento irrinunciabile per spostamenti e passeggiate in centro con Lulù.. dici bene, trovo estremamente pazienti quelli che quotidianamente si sottopongono a tre ore di raccordo anulare, quando non di più, tra andata e ritorno.. Roma sa essere micidiale in questo.. le chiocciole le salviamo nel viottolo antistante casa ad ogni post pioggia, tante vengono schiacciate da persone che probabilmente neanche si accorgono della loro esistenza, figurarsi stare attenti a non calpestarle.. le piccole cose, purtroppo, non fanno felici tutti.. ;)
RispondiEliminaOggi come oggi mi sembra facciano felici sempre meno persone, ahimè...
Eliminail tempo passa e tutto trasforma e soprattutto nelle situazioni di disagio (tipo il traffico cittadino ) la mente va ai ricordi…la nostalgia del passato si attenua riconoscendo nel “mondo nuovo” attuale elementi che riportano in vita le antiche certezze . Hai ragione : ciò che è importante e da senso alla vita sono gli affetti e le emozioni .Lettura molto piacevole.
EliminaBaci
eos
Io non sono un tipo così nostalgico, non mi metto a pensare "che un tempo era meglio". Ero una bambina, ora sono una donna. Sono rimasta la stessa, cambia solo l'età. Un abbraccio.
EliminaLa (im)mobilità del traffico su gomma è dovuta a più cause:
RispondiElimina- ciò che indico come diarrea (anti)urbanistica
- autofilia
- GDO e ora il commercio "come ti diatruggo la tua economia locale rendendovi miseri straccioni" alla Amazon
- mobilità vacua e per capricci
- il magazzino mobile (in inglese JIT)
- scelte abitative
- rigidità mono-mezzo
- fobia per mezzi pubblici
- scelte di abbigliamento
Ultimamente, invece di smontare e risolvere il problema un pezzo alla volta, gli autofili appendici dei.loro auto e furbofono, usano il secondo nella prima, come dementi, visti rischi e incidenti (che aumentano code e ingorghi).
Io il posto in cui dovevo andare non avrei potuto raggiungerlo in altro modo che in auto :D non ci si può andare in treno, in mongolfiera, con l'elicottero, tantomeno in bicicletta.
EliminaFosse per me camminerei e basta ma per certe distanze, non si può proprio.
Sì, se si vuole vivere qualche posto con ancora un certo grado di integrità naturale, è necessario, quasi sempre, recarsi in posti rurali che, quasi sempre, non sono serviti o lo sono in maniera "una corsa la mattina una la sera" .
EliminaDa qualche tempo rinuncio quando so che incapperei negli incubi di traffico.