C'è una frustrazione palpabile, che si sente addosso come una mano posata su una spalla o un cappotto pesante quando ancora non fa abbastanza freddo per indossarlo.
E' la sensazione di voler scrivere quando non c'è un argomento, un filo conduttore, un'idea vera.
Ce ne sono diverse e le vedo sprizzare dalla mia testa come le scintille di un fuoco artificiale. Ma sono troppo veloci, troppo belle e colorate per poterle tenere in mano, per volerle trattenere.
Allora le vedo andar via, rivestire il cielo per qualche secondo, poi scomparire con un alito di fumo.
E' venuto ottobre, ho visto settembre andar via scontento, come chi volesse rimanere ancora un po'.
Non so quanto ottobre abbia intenzione di restare, son già passati sei giorni e mi son sembrate solamente sei ore. Dove finisca la vita io proprio non lo so, più tento di acciuffarla e più mi sfugge.
Forse per questo fotografo ogni cosa che mi colpisca, tento di tenermi addosso quello che vedo, che sento, che percepisco, che mi attraversa.
Ci provo con tutta me stessa, mai sazia.