venerdì 22 agosto 2025

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Mi alzo presto, in silenzio raggiungo la cucina, apro le persiane, osservo l'alba fare capolino dietro le montagne. Il sole si nasconde dietro le nuvole, poi velocemente si fa strada tra di esse per apparirmi intero già pochi istanti dopo.
Sorrido. Respiro l'aria pulita della natura tutt'intorno, l'umidità fresca che segue una notte di temporali o vento aguzzo.
Poi rientro, in solitudine preparo la mia colazione sperando che nessuno degli altri giunga a disturbarla.
Voglio essere sola mentre sorseggio il mio tè verde, mentre assaporo la frutta sommersa a pezzi nello yogurt bianco. Quando ho finito infilo i miei abiti sportivi, le mie scarpe scure, le cuffiette, lo zainetto con pochi essenziali.
Le salite si sentono sui polpacci ed è un dolore piacevole, che non disturba.
Incontro animali, pochissime e rare automobili. Fotografo piante da frutto, rose, foglie già rossastre ai bordi delle strade. Una solitudine meravigliosa, fatta di pienezza, di contemplazione, di una spiritualità taciturna che mi pervade come una luce.
Quando finalmente il borgo appare alla vista vado ancora più veloce.
Rientro nella civiltà, osservo la vita degli altri dipanarsi sullo sfondo di una piazza con cattedrale che conosco come le mie tasche ma che si fa nuova ogni volta che torno da queste parti, come se dei micro-cambiamenti la rendessero moderna.
Ogni tanto incontro qualcuno che conosco e scambio due parole.
Altre volte non incontro nessuno di familiare ma ugualmente mi capita di parlare con qualcuno perché io son fatta così, mi piace comunicare, fare vita sociale, sentirmi parte di un luogo quanto i suoi abitanti.
Scelgo un posto dove bere un caffè. Non sempre mi siedo, però lo assaporo come un momento inossidabile, di quelli che non voglio proprio perdermi. 
Quando è il momento di andar via, riprendere il cammino verso casa, ripercorrere tutto all'indietro, partendo dalla civiltà e tornando in mezzo alla più fitta natura, mi sento bene da una parte e triste dall'altra. Perché spesso non vorrei tornare, vorrei girare in tondo come una pazza, persino a costo di annoiarmi, ma sollevata di non dover render conto a nessuno del tempo che occupo con me sola.

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