giovedì 2 novembre 2023

Candele Accese




Come ogni anno, il cambio dell'ora non mi ha reso un buon servizio.
Vivo come una candela spenta, in attesa dei momenti nei quali riesco ad accendermi un po' e subire la fascinazione della mia stessa cera calda che mi cola addosso. 
Quel tepore lieve, quella luce fioca, quel liquido ceroso che mi suscita tepore e compagnia.
Ma per il resto del tempo mi aggiro stranita come se non riuscissi a svegliarmi mai completamente, come se gli occhi, le orecchie, il naso e la bocca se ne stessero lì piantati per conto loro, ciascun per sé.

Questa presenza-assenza che tutto sommato mi appartiene e che riconosco come mia.
Ero ad un pranzo di compleanno ieri, fuori la pioggia scrosciava sugli ombrelloni aperti ed io la guardavo attraverso gli ampi finestroni ipnotizzata dal rumore, dalla forza, dall'odore che riusciva a penetrare le pareti e salirmi addosso.
C'erano diverse persone accanto a me. Quattro sconosciuti. Ma gli altri tutti ben conosciuti, quasi famiglia, direi, tanti sono gli anni che in queste occasioni ci ritroviamo.
Ed erano tutti belli, allegri, certo un po' invecchiati, però l'atmosfera era godibilissima.
Voglio bene a queste persone. In modo diverso a ciascuno di loro, ma gliene voglio.
Eppure una parte di me si dibatteva inquieta per andarsene, per alzarsi da quel tavolo imbandito e semplicemente fuggire. Ero una candela accesa, in quel momento? o ero spenta in attesa che accadesse?
Ero a metà tra le due cose. Non troppo accesa, non del tutto spenta.
Presente eppure lontana, che in fondo non è poi tanto diversa dalla sensazione che ho provato così spesso nella mia vita da sentirla familiare.

16 commenti:

  1. Ultimamente penso che certi eventi particolari siano capaci di richiamare in noi stati d'animo molto potenti. In questo caso il cambio dell'ora, che porta un sacco di buio e che coincide con un meteo improvvisamente pessimo, anche in me richiama deterimnati ricordi e sensazioni. Io, per esempio, mi sento un po' nostalgico ma anche piuttosto creativo. Sta a noi decidere cosa farne di questi momenti. Se ignorarli e lasciarli passare, se subirli, oppure se trovarci qualcosa che possa venirci utile.

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    1. Io un po' me ne tormento, un po' me li godo.
      Non so spiegare. Non vivo del tutto negativamente questa sorta di disconnessione da me stessa. Un po' di lentezza interiore ora mi serve anche.

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  2. Se dovessi definirmi sono una mozzicone di candela, di quelli che fai fatica ad accendere perchè lo stoppino troppo consumato ma che poi se li metti fuori davanti alla finestra illuminano un pochino le tende, oppure se li metti in tavola con le luci spente riescono ancora a trasformare il buio in qualcosa di bello, di romantico....ma se le lasci accese per tutta la notte le ritrovi completamente sciolte attaccate al bicchierino che le conteneva e difficile eliminarne la cera.

    Come sempre un testo molto bello che mi fa percepire le tue emozioni... un bacio dal nord al sud. farfalla

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    1. Anche la tua descrizione di come ti vedi e ti senti è molto bella e vivida.
      Grazie per l'abbraccio, lo ricambio forte.

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  3. Io ultimamente cerco di vivere ogni attimo ed emozione.

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  4. Bella metafora e post molto interessante con tanti spunti.

    "Voglio bene a queste persone. In modo diverso a ciascuno di loro, ma gliene voglio".

    Beh, vuoi bene loro. Quello conta. Io sono sempre stato un po' contrario alla "prova della bilancia". L'amore, il voler bene..non si quantifica.

    Capisco bene anche la parte di te che avrebbe voluto alzarsi dalla tavolata. Può succedere. Momenti di stanchezza per cui si preferisce stare da soli tra le mura di casa. La presenza-assenza. Tu la percepisci così perché lo vedi dal tuo punto di vista. Gli altri vedono la tua presenza, e basta. Sanno chi sei e ti vogliono bene per quello che sei. A una persona bisogna voler bene per quello che dà e sapendo quello che non può darti.

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    1. Ciao Riccardo, che bello riaverti tra queste pagine :) mi fa molto piacere.
      E si, come al solito hai fatto un'analisi davvero molto saggia. Come te penso che la bilancia con i sentimenti non debba essere usata. Gli voglio bene, a prescindere dal fatto che certe tavolate a volte mi stiano strette.
      Un grande abbraccio. Grazie per la visita.

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  5. Ci sono i momenti che di quelle tavolate hai bisogno, o perlomeno riesci a percepirne il buono, e altri in cui arrivano proprio quando vorresti essere altrove. Siamo un po' tutti candele, poi a me piacciono un sacco, quando riesco a ricreare atmosfera a casa sono contento, e in linea di massima le luci sono sempre soffuse, mai a palla.. e allora sentirsi candela è più facile, creiamo luce artigianale, ma siamo anche più fragili, ma di un fragile che spesso ci piace.

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    1. Sono stata bene a quel pranzo, non posso dire il contrario. Solo a volte vorrei che queste occasioni passassero rapidamente, senza star lì seduti per ore. Son cose che ho sempre pensato, in realtà, non solo in questo caso. Bello stare insieme, bello anche starsene un po' per i fatti propri.

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  6. Io provo a seguirei precetto di Vincenzo ma non sempre mi riesce

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    1. Solo perché "sempre" e "mai" non esistono.
      Farlo per la maggior parte del tempo è già un buon risultato.

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  7. Un po' mi hai fatto ricordare il gatto di Schroedinger e il concetto fondamentale della meccanica quantistica, la sovrapposizione di due stati quantici, nel tuo caso, l'essere accesa e l' essere spenta :)

    Scusami, tutto mi ricorda la fisica :)

    Però ti capisco, e a volte mi sento anche io allo stesso modo.

    Un abbraccio,
    N.

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    1. Così dedita alle scienze da ritrovarle anche nelle mie righe :) in fondo ne sono anche lusingata.
      Grazie. Un abbraccio anche a te.

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  8. Credo che accesa e spenta possano convivere senza necessariamente snaturarsi.Una persona può stare bene ad una tavolata tra amici, può sentire del bene verso tutte quelle persone ma se dentro inizia a spegnersi per un inoltrarsi di tempo a cui non si regge,rimanere accesa soddisferebbe più una formalità di educazione tra non amici che tra veri amici dove nemmeno si baderebbe..:)

    Un abbraccio forte

    L.

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    1. Ciao L, bentrovata :)
      vedere quelle persone mi ha fatto piacere. E' stato un pranzo piacevole, allegro. Nessuna formalità.
      Che poi ad un certo punto abbia desiderato di andar via...beh, mi capita spesso. Seduta per ore soffro, non ci sono abituata. Per stare bene necessito di muovermi.
      Un abbraccio anche a te.

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