lunedì 24 novembre 2025

Fluttuare

 

Detesto questa stagione, il modo in cui l'umidità mi entra nelle ossa. Questa pioggia battente, questo cielo bianco-grigio, queste strade inzuppate, questo asfalto nero pece.
Ieri c'era il sole, ero in campagna, la natura vibrava di colori caldi e confortanti, il freddo sembrava meno gelido, nell'aria c'era un'allegra vibrazione.
Ma oggi tutto sembra così piatto ed insulso, così respingente, ostile.
Piove da ore, sembrano giorni interi, settimane di buio incomprensibile.
Il tempo si dilata fino a morirci dentro, fino a fluttuare come in una stanza priva di gravità. 

lunedì 10 novembre 2025

Foglie Sparse



Sono andata a vedere l'autunno, come si entra in un museo per guardare quadri che si erano osservati solo sui libri d'arte.
Avevo voglia di lasciarmi assorbire da atmosfere calde, avvolgenti. Voglia di una natura che mi stringesse a sé, che si facesse calpestare scricchiolando. 
E quando son finita su quella piazza, ricolma com'era di foglie rossastre a farmi da tappeto, mi sono sentita in un pezzo di mondo che m'apparteneva, che mi poteva voler bene.
Ho fotografato. Ho sorriso. Ho corso. Ho osservato. Ho toccato.
Mi sono sentita felice. 
Questa fuga in mezzo all'autunno è durata appena due ore. E che cosa sono due ore nell'arco di una settimana intera a correr dietro a mille doveri?
Niente, se ci pensiamo.
E invece son state tutto. 

C'erano sedie e panchine su cui avrei potuto sedermi.
Ma io quei colori li volevo attraversare, gli dovevo camminare incontro. E dentro.
E l'ho fatto. Incredibilmente a mio agio.
Così quando poi me ne sono andata mi sentivo sazia. Avevo preso tutto quello che c'era da prendere, come se mi fossi ricaricata le pile e dunque potessi tornare alla solita vita, un po' meno stressata di quando ero arrivata.

martedì 4 novembre 2025

Un Centinaio di Fotografie

 

Avrei voglia di viaggiare un po'.
Di preparare una valigetta - proprio io che ci impiego una giornata intera perché mi stizzisco ogni 3x2, mi distraggo e non so mai cosa metterci dentro.
Quindi prendere armi e bagagli e, semplicemente, dirigermi altrove.
Un posto in cui vi sia tanta natura. 
Che non necessiti di un lungo viaggio. 
Dove possa facilmente accedere anche alla civiltà, perdermi tra le vie del centro, fermarmi a guardare le vetrine. 
Poi dormire su un letto comodo, fare una colazione lunghissima, bere due tè diversi, mescolare la frutta con lo yogurt, osservare gli altri avventori e i lampadari e il personale di sala. E i pavimenti lucidi. E una reception ordinata.
Quindi uscire di nuovo, vedere alberi altissimi, calpestare foglie scricchiolanti, coprirmi se ho freddo, sorridere agli sconosciuti, comprare un libro di poesie, scattare un centinaio di fotografie.

domenica 2 novembre 2025

Istanti



E' una doccia bollente, caldissima, di quelle che mi lasciano con la pelle arrossata.
E mi piace, mi piace terribilmente.
E' una doccia da pieno inverno, anche se non è pieno inverno, sembra a malapena autunno.
E sono qui sotto, con tutte queste gocce roventi, che assorbo questa sensazione di paradiso e non me ne voglio andare.
Ci resto per un tempo che non so quantificare. Che non mi importa misurare.
Ci resto come se al di là di questa porta non ci fosse nessuno ad aspettare il suo turno, come se domani non dovesse mai arrivare, come se questa domenica potesse in fondo durare all'infinito.
E quando esco lo faccio con aria rassegnata, dispiaciuta di non poter trattenere quel mondo ovattato per una notte intera, e poi per un altro giorno, e poi per chissà quando.

Ho avuto due giorni lontana dal lavoro. Me li son goduti fin dentro il midollo.
Domani riprenderò il solito tran tran ma questo tempo lieve, pieno, azzurro, speciale, m'ha curato pezzi che s'erano incastrati tra loro fino ad illividirsi.